Branchi di gnu invadono di continuo la pista che conduce al Parco nazionale di Serengeti che, nella lingua Maa dei Maasai significa “pianura selvaggia senza fine”, termine appropriato per un altopiano in cui per ore l’orizzonte è formato da centinaia di migliaia di antilopi, gnu, oltre a moltitudini di zebre e gazzelle.
La grande migrazione è dettata dalla concomitanza della pressione esercitata dalle mandrie sui pascoli con il ciclo delle piogge che si spostano da sud verso nord creando continuamente nuovi pascoli. Per sopravvivere, gli animali seguono le piogge in un viaggio lungo e pericoloso dando la possibilità agli esemplari della stessa specie, stanziali, di sopravvivere nella grande prateria. Tra gennaio e marzo vedono la luce nella zona del lago Ndutu nel sud del Serengeti e nelle pianure della Conservation Area di Ngorongoro circa 800 mila nuovi nati che ad aprile sono già in grado di seguire gli adulti. A maggio le mandrie si radunano e cominciano la transumanza.
Non si tratta di un’unica mandria compatta, ma dell’insieme di innumerevoli mandrie che arrivano ad essere composte da anche 70/80.000 esemplari.
Normalmente ad effettuare il cosiddetto “crossing”, ovvero l’attraversamento del fiume Mara, non è un’adulto o per lo meno non uno gnu, il quale si avventura seguito successivamente dal branco, con il rischio di correnti e soprattutto dell’infestazione di coccodrilli autoctoni. Rimangono nella regione di Masai Mara fino a settembre quando, esauriti anche qui i pascoli, cominciano il ritorno ai luoghi dove sono nati seguendo il percorso inverso fino al Sud, nel Serengeti e nell’Area di Conservazione del Ngorongoro. E’ possibile vedere attraversamenti da fine Luglio alla prima settimana di Agosto per l’attraversamento eestivo e fino a novembre inoltrato nella attraversamento invernale . Giunti a destinazione, trovano i nuovi pascoli formatisi con le nuove piogge.