“Voi bianchi accendete grandi fuochi e poi vi sedete lontano dalle fiamme per non bruciarvi. Noi africani accendiamo piccoli fuochi e ci accovacciamo vicino.”
Anonimo Africano
Il placido Oceano Indiano si infrange su spiagge di candida sabbia. Torri secolari di fari sfiorano la superficie dell’acqua con i loro fasci di luce, guidando i natanti sulle vie rassicurate del mare. Goliardici delfini guizzano giocherellando tra i dhow dei pescatori, uccelli marini volando radenti l’acqua e pinne sinistre di squali popolano i flutti. Armati di sguardi curiosi, bambini corrono gridando il loro gioioso benvenuto. Donne che portano carichi enormi in mirabile equilibrio sul capo camminano sulla polvere delle strade con l’eleganza di regine.
Fiumi che hanno attraversato l’Africa scendono verso la costa, impazienti di gettarsi nell’Oceano. Elefanti camminano eleganti e silenziosi attraverso praterie sconfinate, mentre ippopotami sbuffano sotto il pelo dell’acqua e coccodrilli si immergono, preistorici e letali.
Dove la terra, in un singhiozzo primordiale, si eleva in alture maestose, cascate di cristallo ornano il velluto delle foreste montane. A valle, i fuochi si accendono nei villaggi, mentre il bestiame torna muggendo ai recinti.
Maestose sagome di petroliere e mercantili brillano alla luce dei porti e mille suoni e musiche differenti si intrecciano nel brulicare di folla sotto i grattacieli. E’ il Mozambico che si risveglia, pieno di speranze e di fiducia, nel nuovo giorno che sta nascendo.